LA FAMIGLIA DE LAZZARI (“Biasiol”)
[...] A Paese (Treviso), la famiglia De Lazzari è certamente una delle prime apparse nel
territorio, presente già nel XVI e XVII secolo.
“Adi 11 Novembre 1580. Lorenzo fiol di S. r Santo di Lazari et de Donna Marietta sua
mogier fu batizato da Don Marco. Compare fu S. r Symo di Negri da Castagnole”. È questa
la prima testimonianza concreta della presenza dei De Lazzari a Paese (Treviso), emersa
nel registro dei battezzati della parrocchia. [...] Nell’epoca moderna i De Lazzari di Paese
si distinguono dai soprannomi: Biasiol, Fortuna, Matonel, Molo, Caifa, alcuni dei quali
potrebbero avere avuto anticamente relazione di stretta parentela. Dei “Fortuna” si è già
parlato nel primo volume di questa serie.
Quella qui di seguito raccontata è la famiglia De Lazzari detta Biasiol - storpiata dalla
parlata popolare “Bisiol” - che viene messa in luce grazie all’interessamento di Giovanni
Pietro, classe 1943, che risiede in Toronto (Canada), il quale ha espresso il desiderio che
la storia della sua famiglia figurasse in questo volume.
Il soprannome Biasiol deriva sicuramente da Biasio: “Adì 4 Febraro 1693. Biasio figlio di
Tomio De Lazari et d’Anzola sua legittima consorte, natto heri mattina a hore n. 14 in
circa, fu battezzato da me P. Biasio Feltrino. Padrino Francesco di Stievani da Sovernigo”.
È questo l’atto di nascita del primo Biasio De Lazzari documentato in Paese. I De Lazzari,
come si è accennato, erano presenti ben prima di questo personaggio; basti scorrere
l’albero genealogico per farsene un’idea, genealogia che vede a capo di tutti la coppia
formata da Angelo De Lazzari e consorte Antonia, sposati il 31 maggio 1640, ma prima
ancora c’erano Santo e Marietta, quindi Gasparo. Furono questi i capostipiti di una stirpe
che andò avanti con i Valentino, Zuanne, Giacomo, Tomio, Biasio, Sebastiano e Pietro;
alcuni riproposti ancora oggi attraverso i patronimici.
Della famiglia dei Biasiol (o “Bisioi”) si sa di certo che il precursore fu Valentino (1730 ca.),
figlio di Anzolo e Zaneta. Lo si deduce dall’atto di matrimonio del 29 aprile 1750: “Passate
le tre pubblicazioni de more tanto nella Pieve di Quinto e in quella di S. Angelo, così in
questa di Paese e non essendo stato scoperto nessun canonico impedimento in alcuno
dei detti luoghi, Valentino figlio del q.m Angelo De Lazzari che abitò in S. Angelo et ora in
Quinto, ha contratto matrimonio… con Giustina figlia del q.m Biasio Basso di questa
Parrocchia con l’assistenza di me Don Antonio Vendramini Cappellano Curato”.
[...] Prima di metter su famiglia, Pietro era emigrato in Francia e in Germania. Erano gli
anni della Grande Crisi agraria che colpì l’Europa, ma in particolare l’Italia, soprattutto il
mondo agricolo giacché, essendo i lavoratori in stragrande maggioranza braccianti, con
l’avvento dell’era tecnologica e quindi delle macchine, si trovarono privi di lavoro e
dovettero per forza emigrare. Varcavano gli oceani con le navi a vapore che avevano
soppiantato i velieri. Si trattava in genere di vere carrette che non sempre resistevano ai
venti e ai marosi oceanici e talvolta affondavano con tutto ciò che avevano a bordo,
viaggiatori compresi. Altri si spostarono nelle grandi città della Penisola inventandosi i
lavori più disparati pur di sbarcare il lunario o dandosi all’accattonaggio. In quel periodo
proliferò anche il brigantaggio, soprattutto al Sud, non tanto per l’inclinazione a delinquere
quanto per la disparità di condizioni sociali. In ogni paese, infatti, c’erano pochi signorotti
che se la spassavano a scapito delle classi sociali più basse.
[...] Giovanni s’imbarcò a Venezia sul transatlantico “Cristoforo Colombo” il 7 Marzo 1966
approdando ad Halifax (Ontario-Canada) il 19 dello stesso mese. A salutarlo mentre
partiva verso una nuova vita partecipò tutto il vicinato, che scese in strada per abbracciarlo
e fargli tante raccomandazioni. Per l’occasione gli auguri, ma anche le lacrime, si
sprecarono: c’era molta solidarietà tra le persone e si condividevano gioie e dolori.
Giovanni tuttora si porta il ricordo di questa indimenticabile circostanza.
Giunto in Canada, andò ad abitare in casa della sorella Maria Rosa, cominciando subito a
lavorare da muratore in varie compagnie, tra cui quella del compaesano impresario
Giovanni Vendramin “Bomba” originario di Sovernigo. Ma se opporsi alla miseria fu
abbastanza facile, non altrettanto fu vincere la nostalgia di casa, degli amici e di tutti i
ricordi lasciati a Paese. Per superarla Giovanni dovette fare un grosso sforzo e imporsi di
pensare che aveva fatto la scelta migliore. Pensò anche a divertirsi, frequentando una
scuola di ballo, distinguendosi come ottimo ballerino...
La storia completa di questa famiglia si trova nel IV volume “Famiglie d’altri tempi”, richiedibile all’autore:
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