La famiglia Miotto è una delle più radicate nel territorio comunale di Paese, presente in Padernello fin dagli albori del XVII secolo con i coniugi Baldissera e Maria (1607-71). Sono questi i più longevi, ma erano tuttavia in buona compagnia già allora. I discendenti di questa coppia nel secolo che seguì andarono a rinforzare le fila dei Miotto di Quinto di Treviso, come documenta l’atto che si riporta conservato nell’archivio parrocchiale di Paese: “Adi 9 Luglio 1725. Pelegrin figlio del quondam Baldissera Miotto della Parrocchia di Padernello et hora habita in quella di Quinto s’è congiunto in matrimonio con Maria figlia di Zuane Bredda di questa Parrocchia…”.
È tuttora assai arduo destreggiarsi nella numerosa discendenza, presente contestualmente anche a Paese capoluogo e in Castagnole. Altri emergono nel secolo più avanti provenienti da località limitrofe, ad esempio, oltre a Quinto di Treviso, anche a Badoere.
Per farsene un’idea basti considerare che per questa ricerca sono stati consultati oltre 600 atti anagrafici negli archivi parrocchiali di Paese e delle frazioni di Padernello e Castagnole; un lavoro davvero immane e, anche se non è stato trovato il trait d’union tra Paese e Padernello, tutto lascia pensare che abbiano una comune origine. L’atto di morte che segue, registrato nell’archivio parrocchiale di Padernello, potrebbe confermarlo: ”Die 24 mensis Martiis 1695. Joseph filius Joannis de Miotis de Paesio annorum vigenti circiter natus, in primis Sanctissimis Penitentie, Sacris viatici, atq. extreme unctionis recreatus Sacramentis animam Deo reddivit, sepultus jacet hoc in cemeterio”.
È provato che agli inizi del Seicento in Padernello, località Marzelline, c’erano i nuclei di Baldissera, di Giovanni, di Giuseppe, di Valentino, di Antonio: i Miotto erano quindi già a quel tempo una grossa compagine. Da loro derivarono tutti gli altri patronimici della famiglia, assai numerosi.
Il primo Antonio di cui si ha notizia in Padernello era nato nel 1622, come risulta dall’atto di morte che segue, scritto in latino: “Die 15 Mensis May 1698. Antonius Miotus septem et sexaginta annorum circiter natus, Sanctissimis penitentie, Sacri Viatici, atque Extreme Unctionis premunitus Sacramentis animam Deo reddivit, eiusque corpus iacet sepultus hoc in cemeterio”.
[…] Il capostipite degli attuali Miotto di Padernello fu Santo, nato intorno al 1720, padre di Lorenzo e di Francesco, ma probabilmente anche di Domenico e di Antonio. I Santo tuttavia li troviamo a Paese e non a Padernello, si deduce quindi che il capostipite di Padernello sia il marito di Angela (1724), morta a Paese il 13 marzo 1806 all’età di 82 anni: “13 Marzo 1806. Angela fu moglie di Santo Miotto, di anni 82, dopo il decubito di giorni 6 per male di febbre nervina, ieri mattina verso l’ore 15 passò a miglior vita premunita delli Sacramenti … il cui cadavere fu sepolto questa mattina alla presenza del Rev.mo Arciprete e di me Don Angelo Conte Cappellano, Medico fu il sig.r Dott. Duin”. Non si conosce il cognome di Angela, ma a quel tempo, in una società maschilista, non era importante riportarlo.
Lorenzo sposò Anna Visentin, Francesco si unì a Domenica Schiavon. Fu Lorenzo a dare continuità ai Campanèri generando Giovanni Antonio (1782) che si sposò con Elena figlia di Giacomo Mattarollo. Ebbero almeno una dozzina di figli, tra i quali Lorenzo (1811) coniugato con Antonia Durigon dalla quale ebbe undici discendenti, uno dei quali era don Francesco (1841), parroco di Padernello dal 1887 al 1904 dopo essere stato cappellano a Caerano San Marco. Un altro era Giuseppe (1851-1936), marito di Monica Piovesan (“Faggion”).
[…] All’epoca c’era tanta miseria, ma non si prescindeva mai dall’aiuto divino, come non si andava in seminario o in convento soltanto per sfamarsi come pensa qualcuno: non si impegna la propria vita per servire il prossimo solo per un pezzo di pane, ci vuole ben altro. Una vocazione religiosa nasce prima di tutto in famiglia, e quella dei Campaneri ha sempre avuto profonde convinzioni religiose; naturale quindi che qualcuno sentisse il richiamo a dedicarsi a far del bene portando il conforto della Parola di Dio.
[…] Antonio fu il primo giudice conciliatore del Comune di Paese. La sua famiglia si allargò grazie a Eliseo e alla sua sposa, i quali, unitisi in matrimonio nel 1926, già l’anno seguente furono genitori di Armando (1927-90) il quale, sulle orme della madre e dei nonni sia paterno sia materno, studiò musica diplomandosi al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, decidendo nel 1951 di emigrare in Argentina. A Buenos Aires studiò canto lirico come tenore vincendo un concorso al Teatro Colon, uno dei più grandi templi della lirica del mondo, entrando quindi a far parte del coro del teatro stesso. […]
(dal 4° volume “Famiglie d’altri tempi”. Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)