Sante Rizzato (1859-1942) risiedeva con i genitori in quella che un tempo era la località Campagna di Padernello, ora Via Roncalli, quando venne a conoscenza che gli Onesti, signorotti di Paese (Treviso-Italia), intendevano dare il benservito ad alcuni mezzadri, lavoratori delle terre date in gestione con la casa colonica in Via Ortigara.
Accadeva frequentemente che a Sanmartino si rinnovassero i contratti, ma quell’anno qualcosa era andato storto, o forse qualche colono si era dimenticato di portare ai paróni le “dovute” onoranze. Conseguentemente s’era sparsa la voce che gli Onesti cercavano nuovi sudditi. Sì, proprio sudditi, o meglio servi, poiché tali erano generalmente considerati i braccianti, che avevano il “privilegio” di dipendere dai proprietari terrieri. Di fatto, in questo bando mai ufficializzato si erano fatti avanti tre aspiranti, tra i quali Sante Rizzato, figlio di Domenico e Angela Carraro. Sante era nato a Morgano il 30 maggio 1859, ma la famiglia, poco dopo la sua nascita, si era insediata in Via Roncalli a Padernello. E in questa frazione di Paese Sante aveva sempre dimorato, “meno quattro anni in cui fu servo a Castagnole”, sposandosi il 20 febbraio 1884 con la compaesana Maria Basso (1864-1944). Cercava perciò un’autonoma sistemazione giacché la moglie era incinta del terzo figlio e la famiglia era destinata ad aumentare.
Con il cappello in mano, un uggioso pomeriggio di novembre, si presentò alla villa degli Onesti. Tirò timidamente la leva della campanella al portone del muro di cinta. Venne ad aprire un inserviente squadrandolo con quell’aria di superiorità che ha solitamente un maggiordomo che si crede il padrone e, saputo il motivo per cui era venuto, lo fece attendere giù dalla scala di pietra che portava agli alloggi dei suoi superiori.
Dopo un tempo che a Sante parve un’eternità, fu ricevuto dalla signora Giulia Dalmaida, moglie del Barone Gaetano-Antonio Onesti, uscita sul pianerottolo della scala. Squadrò il villico con un cipiglio che a Sante fece accelerare il sangue nelle vene, poi gli fece cenno di avvicinarsi: “Così tu vorresti lavorare le mie terre...”, gli disse la signora con tono altezzoso. Sante, con aria dimessa, assentì esponendole dignitosamente la sua situazione familiare. Le assicurò di essere un uomo onesto, abituato al duro sacrificio, esponendole sommariamente la storia della sua travagliata vita. La signora ad un certo momento parve assente, il suo sguardo si era posato sull’abbigliamento di Sante: la giacca mostrava il suo tempo; la camicia era logora ma pulita; i pantaloni tutti rattoppati eppur così ben stirati; le galòsse impolverate.
Sante stava ancora parlando quando lo interruppe: “Devi avere una brava moglie... la terra la do a te”. Sante ritornò a casa con le ali ai piedi.
Gli Onesti erano signorotti di Paese, possidenti di terre e case padronali sparse per la campagna. “Addì 28 Agosto 1872. Fioravanti Onesti Baronessa Ida Maria Edoarda Giulia del Barone Gaetano Antonio e Giulia Dalmaida, uniti in Santo Matrimonio nella Parrocchia dei Carmelitani in Milano addì 11 Novembre 1854, fu battezzata dall’Arciprete e tenuta al sacro fonte dal Signor Edoardo Conte Tiretta. Nacque nelle ore pomeridiane del giorno 18 Agosto a.c. - Don Antonio Galanti Arciprete”. Quest’atto di nascita testimonia la loro presenza in Paese.
Il nucleo di Sante Rizzato, lasciata l’abitazione di Via Roncalli, si trasferì nella settecentesca casa padronale degli Onesti, in Via Ortigara. Oltre alla dimora e alle stalle piene d’animali, Sante aveva sul groppone anche la responsabilità di far fruttare ben diciotto campi di terra. S’era preso proprio un bell’impegno.
I Rizzato di Padernello sono soprannominati Sèrri, nomignolo che risale al loro antenato Francesco, marito di Pasqua Pasqualetto e nonno di Sante. Comunque di famiglie Rizzato, alle quali è attribuito lo stesso nomignolo, se ne trovano anche a Villanova d’Istrana e a Morgano, con le quali quella di Padernello è, seppur lontanamente, imparentata. Pasqualetto è un tipico casato dell’entroterra veneziano.
Di chi fosse figlio, da dove provenisse e quanti anni avesse al momento della morte il capostipite Francesco Rizzato “detto Serro” non è saputo. Certo è che fu il primo di questo casato ad insediarsi in Padernello e che mancò ai vivi alle ore 7 antimeridiane del 7 Marzo 1873, dopo lunga e penosa malattia. Forse in antecedenza era stato ospitato o allevato presso una famiglia Serri, cognome diffuso soprattutto in Emilia Romagna, ma tuttora presente anche nel Veneziano.
(la lunga storia di questa famiglia si trova nel 3° volume “Famiglie d’altri tempi”, reperibile on-line su macrolibrarsi.it, o presso l’autore)