“Padernello, addì 10 Giugno 1810. Girolamo figlio di Lorenzo Zanatta di Girolamo e di Giovanna figlia di Bortolammio Bazzacco, nato jeri all’ore sei pomeridiane fù battezzato da me don Antonio Bellati Arciprete. Patrini al Sacro Fonte furono Angelo Bordignon fu Giuseppe e Maria figlia di fu Giuseppe Tonon moglie di Paolo Gabbin”. Ề questo il più antico documento che riguarda la famiglia Zanatta, soprannominata “Majuna” di Paese, che fa capo a Girolamo, nato intorno al 1750, padre di Lorenzo coniugato con Giovanna Bazzacco. Purtroppo non si è potuto reperire l’atto di matrimonio di questi coniugi, avvenuto certamente fuori del territorio comunale di Paese.
Una famiglia facente capo a Lorenzo Zanatta era presente in Postioma già nel XVII secolo, lo si deduce dall’atto di morte che segue: “29 Dicembre 1631, Cattherina figlia di Lorenzo Zanata è morta di giorni 3”. Non è improbabile che fosse questo un precursore degli Zanatta-Majuna.
Il primo inverno del neonato Girolamo Zanatta fu uno dei più rigidi, come riportato nei manoscritti del parroco meteorologo di Monigo, don Luigi Giobatta De Gobbis, nato a Treviso il 21 maggio 1754 e “passato agli eterni riposi alle ore una antimeridiane” del 2 gennaio 1832.
Questo sacerdote descrisse accuratamente gli eventi atmosferici succedutisi tra il 1786 e il 1823. Ma se l’inverno del 1810 fu uno dei più freddi, peggio era stato quello del 1808. De Gobbis registrò marzo come mese “asciutissimo e cattivissimo per i continui diacj, venti burrascosi e rigidissimi. Il freddo fu tanto acuto che ai 25 detto, all’ore 7 mattutine gettai verso il cielo un getto d’acqua e cadde indurita e ghiacciata”. E non c’erano particolari riscaldamenti nelle fatiscenti abitazioni di quei tempi grami, governati dai francesi. L’11 aprile, Napoleone, divorziato da Giuseppina Beauharnais, sposava in seconde nozze l'arciduchessa Maria Luisa d'Austria, figlia dell'imperatore Francesco I.
[...] Gli Zanatta-“Majuna” derivano dalla stessa discendenza degli “Zanatèi” di Padernello, dove pure non si contavano i Girolamo e i Lorenzo. Nel 1849 nasceva Girolamo Luigi di Domenico e Bortola Bordignon, che morì ottantaquattrenne nel 1933 vedovo di Filomena Fraresso. Fra i suoi figli c’era Lorenzo (1891) che si coniugò con Rosa Callegari nel 1925.
Il soprannome “Majùna” pare derivi dal detto “mai una”, coniato ascoltando un antenato di questa famiglia che era solito riportare le notizie o i discorsi in modo storpiato dalla realtà, per cui i suoi ascoltatori lo accusavano bonariamente di non dirne mai-una-de-justa, cioè mai una notizia corretta. Il nomignolo appare per la prima volta nei registri parrocchiali di Paese attribuito a Lorenzo.
[...] In Postioma, nel 1789, in casa di una famiglia Zanatta accadde una tragedia, che gettò nel disonore e nella disperazione i suoi membri: “Adì 9 Agosto 1989. Giacinto figlio di Gabriel Zanatta, jeri alle ore 19 circa, si appiccò ad un laccio sopra la sua tiezza (fienile), d’anni 42 circa... è stato sepolto senza suono di campane, senza presenza di religiosi, ad ore una di notte, in una fossa dietro il campanile profonda più di un piede delle altre...”.
Girolamo Zanatta e Lorenza Marconato (1809, “Marconatèi”) si sposarono in Padernello il 29 Novembre 1832. Dalla loro consacrazione quali marito e moglie nacque Lorenzo, che si vincolò a Santa Condotta da Paese: “Adì 30 Aprile 1856. Lorenzo Zanatta di Girolamo e Lorenza Marconato morti, nato in Padernello il 29 aprile 1834, ora domiciliato in questa parrocchia, cattolico, villico, nubile fu oggi da me sottoscritto congiunto in matrimonio con Santa Condotta di Valentino morto e Marianna Lucchese vivente, nata il 17 maggio 1836 e sempre domiciliata in questa parrocchia, catt. vill. nub. Alla presenza dei testimoni Angelo D’Alessi e Giovanni campanai... Sante Bonato arciprete”.
[...] Penultima figlia di Giovanni e Anna Condotta era Annunziata Giovanna, nata il 14 marzo 1898 e andata in sposa nel 1921 ad Elia Virginio Mattarollo (1889-1966, “Beji”), che aveva la sua officina in Via Calmorgana (ora Via mons. Breda), a Villa di Villa, borgata di Paese.
Annunziata, da piccola, con i fratelli aiutava i nonni a lavorare la terra. Allora abitavano ancora in Via Pravato, nella casa rurale caratterizzata da un ampio porticato che serviva anche da ricovero degli arnesi e dei carretti, attraverso il quale si accedeva all’abitazione e alla stalla. Erano i tempi in cui servivano le braccia di tutti, anche dei più piccoli per far quadrare il bilancio familiare e cercare di raggirare la fame.
Durante la seconda guerra mondiale, mentre il marito era sotto le armi, Annunziata conduceva l’officina con l’aiuto di alcuni giovani apprendisti. [...]
(La storia di questa famiglia si trova nel 3° volume Famiglie d’altri tempi, reperibile on-line su www.macrolibrarsi.it)