Erano villici, contadini in Padernello, poi domiciliati a Cavasagra dove facevano i tessitori, gli antenati dei Callegari di Paese (Treviso-Italia), soprannominati anche “Caldati” e “Rissi”, condividenti quindi una comune origine. Si desume dall’atto di matrimonio di Domenico (1802), convolato a nozze con Pierina Contò (1806), il 29 Novembre 1827, a Paese: “Callegari Domenico, di Melchioro fu Valentino e di Angela fu Angelo Marchi, nato il 2 agosto 1802 nella cura di Padernello, cattolico, di condizione tessitore, domiciliato nella Cura di S. Andrea di Cavasagra, al n. 160, si è unito in matrimonio con Pierina Contò, di Costanzo di Giobatta e di Colomba di Zuanne Bresolin, nata il 4 luglio 1806 a Paese, cattolica, di condizione villica, domiciliata al n. 101…”. Fu questa coppia di sposi che, attraverso i figli Luigi, Melchiorre e Antonio, diede origine a tre diverse diramazioni dei Callegari. (…) Luigi Callegari (1845-1920), figlio di Domenico, si congiunse il 28 aprile 1879 con Angela Caldato (1858-1927), figlia di Giovanni, da Monigo. Nacque così la discendenza dei Callegari soprannominati Caldati. Nel 1879, anno in cui germogliava il ramo dei Caldati, Vienna festeggiava le nozze d'argento dei sovrani d’Austria, Francesco Giuseppe e la sua consorte Elisabetta, l’affascinante principessa Sissi, che fu uccisa il 10 settembre del 1898 da un fanatico italiano. Fu una morte assurda, giacché Elisabetta era l'imperatrice più amata della storia e ancora oggi il suo ricordo sembra non conoscere oblio. Non è noto se questi regnanti fossero mai transitati per Paese. Di certo lo avevano fatto i loro predecessori, Francesco I d’Austria e la sua augusta consorte, nel 1815, provenienti da Bassano e Castelfranco. Per l’occasione il parroco, don Pietro Checchin, con i suoi collaboratori, aveva indossato i paramenti sacerdotali e salutato i sovrani al suono delle campane, con tutto il popolo di Paese accorso in festa. Tra le due ali di curiosi, che delimitavano la strada postale, c’erano anche i Callegari: Melchiorre e Angela Marchi con il tredicenne figlio Domenico. E come si poteva rifiutare una simile occasione? Quel giorno avevano messo da parte gli attrezzi da lavoro per soddisfare la curiosità di vedere con i propri occhi i nobili personaggi, solitamente così lontani dalla povera gente. A loro poco importava se i governanti fossero asburgici o altro, un padrone bisognava pur averlo. Come la massa rurale i loro pensieri erano concentrati sul modo migliore di sbarcare il lunario, o meglio sulla sopravvivenza, dati i tempi. La politica apparteneva esclusivamente ai ricchi e agli intellettuali. La morte di Sissi era giunta giorni dopo anche alle orecchie del figlio di Domenico, Melchiorre (1850), marito di Giacoma Severin (1850), di professione falegname, a quel tempo padre di undici figli, la famiglia dei Rissi, soprannome derivante da trucioli, in gergo rissi, appunto (cfr. vol I). Antonio (1852), il più giovane dei figli di Domenico, e la sua amata Maria Masier si erano sposati a Paese il 10 febbraio 1873, dando origine ad una nutrita discendenza, conservando il cognome principale, senza particolari soprannomi. La sorella Maria (1832-1913), che era la primogenita, intanto era andata sposa ad Angelo Pietrobon. In quel periodo erano insediati in Padernello altri Callegari, ad esempio i nuclei di Pietro e Marianna Assunta Tasca, di Luigi e Anna Guarnier, e nel 1894 si coniugavano in Padernello pure Ferdinando Callegari (1865) da Trevignan di Campagna, figlio di Angelo e Cecilia Piva, vedovo di Salute Pizzolato, e Maria Caterina Gallina, figlia di Giacomo e Santa Mazzocco da Maser (1874). Oltre che in Padernello e in Paese, i Callegari erano e sono tuttora presenti anche nelle altre frazioni con soprannomi diversi, basti ricordare i Callegari-“Vettorel” di Castagnole (cfr. vol. II). Il ramo dei Callegari che si va qui trattando è quello dei Caldati. Il cognome Caldato deriva certamente da calderaio. A Monigo i Caldato abitavano nell’edificio che è ora sede della Cooperativa Solidarietà. Questa, infatti, è anche chiamata sbrigativamente Cooperativa Caldato. Luigi Callegari e Angela Caldato misero al mondo nove figli, per la maggior parte di sesso femminile. I due coniugi erano illetterati, ma a quel tempo non era una condizione tanto grave perché nel mondo rurale contava di più avere delle robuste braccia che essere istruiti. Successivamente Luigi fu allievo di mons. Attilio Andreatti, parroco letterato, che volentieri si prestava ad istruire i giovani più perspicaci che avevano, oltre alla passione, la propensione all’istruzione. Infatti, in occasione del trasloco dalla vecchia casa alla nuova abitazione, avvenuto nel 1960 ad opera del nipote Guerrino, furono rinvenuti dei quaderni con i suoi appunti. I Callegari-Caldati originariamente abitavano tutti nel borgo di Villa, in Via Fornace, località conosciuta come Piovèl, attuale Via Grazia Deledda. La casa di tipo rurale che occupavano era di loro proprietà, ereditata da una cugina di Luigi, morta nubile. Aveva un grande porticato al centro, con stalle e sezione abitativa. Sei bovini da tiro e da latte costituivano il patrimonio con il quale tirare a campare e lavorare i cinque campi di terreno agricolo che conducevano…