Fiorino era il capo carismatico della famiglia dei Pietrobon soprannominati Bóni, che dirigeva a bacchetta come un direttore d’orchestra. Poteva anche sembrare burbero e autoritario, ma sotto la scorza ruvida nascondeva un cuore indulgente. Sua prioritaria preoccupazione era mantenere unito il nucleo familiare per il bene comune; non era un istruito, ma a questo fine usava tutta la sua saggezza. “La saggezza altro non è che il buon senso, ovvero l’esatta conoscenza delle cose della vita con l’irresistibile voglia di un futuro migliore” (L. De Crescenzo). È esattamente ciò che stava a cuore a Fiorino Pietrobon. Le origini di questo casato sono radicate nel Veneto, fra il Trevigiano e il Vicentino. In Italia figura in quasi duecento comuni. Una notevole presenza si registra in Lombardia e Piemonte; discreta anche nel Lazio e in Friuli. Qualche famiglia si riscontra in Emilia, Trentino, Liguria, Campania e Basilicata. In Padernello arrivarono all’alba del 1882 provenendo da Paese (Treviso-Italia), quando Pietro (1860-1944), lasciando la casa colonica che i “Pieroboni” occupavano quali fittavoli dell’Opera Pia S. Maria dei Battuti di Treviso, si sposò con Giovanna Marconato (1861-1953, dei “Marconatèi”) dando origine ad una nuova discendenza. In questa giovane frazione di Paese, che era stata comune autonomo dal 1806 al 1866, abitavano tra le Vie Ortigara e Sottana, in un grande edificio con cinque porticati, di fronte al campanile della chiesa, nell’area che in seguito vedrà l’insediamento della ditta Montini, fabbrica di bilance per pese pubbliche e sbarre per passaggi a livello e carri ponte ferroviari. Sembra anzi che un tempo l’edificio fosse stato una delle tante residenze monastiche sparse nel territorio, poi espropriate. Pietrobon sembra derivare proprio da Pietro bon (buono). Non sappiamo quando ciò sia accaduto, di certo anche nella famiglia di Paese c’erano dei consanguinei con questo nome. I Piero Bon erano presenti a Paese già nel XVI secolo, lo conferma il registro dei morti: “Adi 5 Genaro 1623. Francesco Piero Bon d’anni 46 in circa fu sepolto”; “Pasqua figliuola di Michiel del fu Giacomo Pierobon da Paese in età di giorni 3 fu sepolta”. Il primo Pietro rilevato percorrendo la discendenza era tuttavia del 1745, figlio di Zuane (1718) e di Anzola Basso, dai quali derivò una prole di dieci consanguinei: Fioreta (1775); Teresa (1776); Antonio 1777); Domenica (1782); Giovanna (1783), Angelo, Giobatta, Giovanni, Fermo e Santo. Domenica era coetanea del celebre violinista genovese Niccolò Paganini, i cui lavori rappresentano il più alto grado al quale un virtuoso del violino possa aspirare. Antonio si coniugò il 20 settembre 1796 con la compaesana Anna Vendramin (1775). Loro successore nella genealogia dei “Pieroboni” fu quindi Giuseppe (1802), che il 10 febbraio 1825 si coniugò con Santa Condotta (1825), nella chiesa parrocchiale di Paese. Giuseppe era stato preceduto da un omonimo del 1798, deceduto infante, e da Giacomo (1800). A lui ne erano seguiti altri quattro: Pietro (1804), pure deceduto prematuramente; ancora Pietro (1806); Francesco (1808); e Maria (1810), quest’ultima coetanea di Fryderyk Franciszech Chopin, compositore e pianista polacco precocissimo, che esordì in pubblico come strumentista a soli otto anni, e di Robert Schumann, celebre pianista tedesco, compositore e direttore d’orchestra. Giuseppe e Santa furono genitori di Giacomo (1826), che il 25 maggio 1880 convolò a nozze con Maddalena De Rossi (1830, “Fermi”), ma anche di Giovanna (1828), di Angelo (1830), di Antonia (1837), di Elisabetta (1841) e di Antonio (1848). Dall’unione di Giacomo e Maddalena nacque Teresa (1855), quindi Pietro (1860), colui che esportò i Pietrobon a Padernello accasandosi con Giovanna dei “Marconatèi”, dando origine alla discendenza dei “Bóni” per distinguerla dal ceppo originale di Paese, tuttora chiamato “Pierobóni”. Pietro e Giovanna furono precursori di quattro discendenti, tre maschi e una femmina. I capostipiti Zuane e Anzola (Giovanni e Angela) erano quindi nati nell’epoca barocca quando musicisti come Albinoni (1671-1750), Benedetto Marcello (1686-1739), Vivaldi (1678-1741) e Tartini (1692-1770), tanto per rimanere nel Veneto, componevano autentici capolavori destinati all’immortalità. Era tuttavia anche il tempo di autentici geni musicale quali Bach (1685-1750) e Händel (1685-1759). Un fatto curioso accadde nel 1792 in casa dei “Pierobóni” (cfr. vol. I - Fam. Milanese). Il 1860 fu un anno fondamentale per il Risorgimento Italiano. Oltre alla spedizione dei Mille, ci furono i plebisciti per l'annessione al Regno di Sardegna e il trattato di cessione di Nizza e Savoia alla Francia secondo gli accordi di Plombières. In ottobre Garibaldi incontrava a Teano Vittorio Emanuele e lo salutava "Re d'Italia". In quell’anno nacque a Paese Pietro dei “Pierobóni”. Suo contemporaneo era Giacomo Puccini (1858-1924), uno dei maggiori esponenti del panorama musicale del Novecento, che lasciò opere d’universale apprezzamento quali “Manon Lescaut”, “La Bohème”, “Tosca” e “Madama Butterfly”. Pietro e Giovanna Marconato si unirono in matrimonio nella chiesa di Padernello il 25 Gennaio 1882…