Tonellato ("Buton")

La Famiglia Tonellato (Buton)

[…] I Tonellato, soprannominati Buton o I Butoni, come li chiamava la gente, risiedevano in via Tre
Forni a Trevignano (Treviso), in una vecchia casa del XV secolo con annesso uno dei tre forni per
la cottura del pane che davano il nome alla località.
[…] A insediarsi in Trevignano, intorno al 1848, provenendo da Caselle di Altivole, furono i figli di
Bonifacio e di Giuseppina Bettamin: Giovanni (1847-1924) e Geminiano. Si trattava di una famiglia
patriarcale, con genitori, nonni, cugini, fratelli e sorelle che vivevano insieme aiutandosi
vicendevolmente da fittavoli del barone Fioravante Onesti di Paese, occupandone la casa e
lavorando dieci ettari di terra.
Giovanni e la moglie Maria Robazza ebbero due figli: Giuseppe detto Beppi (1890-1968) e Luigia.
Il primo sposò Alba Dottori (1892-1963) generando otto figli, la sorella invece si accasò con
Angelo Morandin generando pure lei otto discendenti, Morandin ovviamente.
Pingue appare la discendenza di Giuseppe Tonellato: il primogenito era Angelo (1913-2001); il
secondo Giovanni (1916-1987); il terzo era Pietro (1919-2017); dopo di lui era nata Elena (1922-
2016) che inaugurò la serie femminile e sposerà Armando Pizzolato; era poi venuta al mondo
Giovanna (1924-2006) che si fece religiosa dorotea assumendo il nome di suor Alba; seguita tre
anni dopo da Imelda (1927-2019) che si maritò con Stelvio Favotto; Lina (1929-1984) era la quarta

delle figlie di Giuseppe, divenuta moglie di Remo Leporatti; l’ultimogenito di Giuseppe e Alba era
Efrem (1933).
[…] Gli anni tra le due guerre furono molto duri per la numerosa famiglia. Occorreva sbarcare il
lunario, e pur non essendo coinvolta in politica la famiglia di Giuseppe si vide costretta a chiedere
aiuto al partito che sosteneva Mussolini. Infatti, le cose subito migliorarono, ma un grave problema
si presentò quando Fioravante Onesti decise di spartire i suoi beni con i figli. Ciò comprendeva
parte dei terreni affittati ai Tonellato che andarono alla figlia del barone. Questa, però, decise di
venderli senza informare preventivamente i fittavoli che avrebbero avuto diritto di prelazione.
Purtroppo, come spesso accadeva in quei tempi, i nuovi proprietari diedero l’avviso di sfratto a
Giuseppe, ma egli si oppose e sull’input di una facoltosa signora di Trevignano, scrisse una toccante
lettera a Mussolini. Il contenuto non è noto, ma l’effetto fu positivo. Infatti, alcune settimane dopo,
Giuseppe fu convocato nella sede del partito fascista di Montebelluna dove gli fu comunicato che la
sua famiglia non sarebbe più stata allontanata e che avrebbe potuto continuare il rapporto di lavoro.
La serenità però non durò a lungo. Le cose si complicarono quando a Giuseppe venne a mancare il
supporto dei figli chiamati alla leva militare. Il lavoro era sempre tanto e si svolgeva tutto a braccia,
cosicché altri membri della famiglia dovettero sobbarcarsi la parte di fatica anche di quelli che
erano partiti.
[…] Nel 1937, il diciottenne Pietro entrò nell’Arma dei Carabinieri, di stanza a Roma, assegnato
alla cavalleria con compiti di scorta e di sicurezza nelle visite di Stato di dignitari esteri. Raccontava
di essere stato presente quando Mussolini pronunciò la dichiarazione di guerra dal balcone di piazza
Venezia. Con la guerra che incalzava, nel 1940 fu spedito in Albania, e l’anno dopo in uno scontro
a fuoco con i partigiani fu gravemente ferito. Un proiettile gli entrò nel fianco sinistro e
attraversando i polmoni uscì dalla parte destra. Riuscì miracolosamente a sopravvivere e a ritornare
dai suoi dopo una lunga degenza. Fu insignito della medaglia di bronzo al valor militare. Nel 1947
sposò Ercolina Billio di Falzè di Trevignano, dove in seguito si trasferì stabilmente vivendo con la
figlia Giovanna fino alla fine dei suoi giorni.
[…] Da tempo Angelo desiderava unirsi ai parenti in Canada, ma non gli era stato permesso a causa
del servizio militare. Finalmente nel dopoguerra poté emigrare grazie all’interessamento di Ester
Pellizzari vedova di Vittorio Dottori che gli procurò un posto di lavoro per lui e due figli nel
caseificio di Timmins Northern Ontario, in Canada. Il marito di Ester aveva lavorato nelle miniere
d’oro di Timmins, trovando la morte a causa delle condizioni proibitive di allora. […]
(la storia completa si trova nel 5° vol. Famiglie d’altri tempi – Nato all’aurora, 2023, reperibile online)

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